martedì 9 giugno 2020

PSICOLOGIA: evoluzione e sviluppo della famiglia

Proprio all’interno della famiglia si modellano l’identità e lo sviluppo del bambino durante i primi anni di vita. Lo stesso processo di crescita dei bambini espone spesso la famiglia e i suoi componenti a diversi momenti critici. Tali momenti sono detti normativi poiché ritenuti fisiologici per lo sviluppo stesso, esiste però un’altra serie di eventi, chiamati paranormativi, i quali segnano l’evoluzione della famiglia con imprevisti, quali decessi, divorzi, malattie, ecc…Il gruppo familiare si trova dunque di fronte ad un processo di evoluzione, necessario a far fronte a tali situazioni di disequilibrio. Proprio da tale processo di evoluzione si possono determinare due fondamentali variabili della famiglia: il grado di coesione familiare e il grado di adattamento alle situazioni interne ed esterne alla famiglia. Sulla base di tali variabili si possono delineare diverse tipologie di famiglia: 
  • Le famiglie bilanciate: constano di un valore intermedio per quanto riguarda le due variabili di coesione e adattamento; riescono infatti a mantenere una buona coesione interna e contemporaneamente ad assicurare ad ogni membro un certo grado di indipendenza personale;
  • Le famiglie poco organizzate: hanno una forte tendenza alla disgregazione, infatti non riescono a fornire sicurezza e appoggio e presentano strutture particolarmente rigide, con un organizzazione difficile da modificare; Il livello di comunicazione è generalmente molto basso in quanto non vi sono forti relazioni interpersonali. I legami affettivi sono precari e in caso di eventuali situazioni di difficoltà ogni membro ricorre a soluzioni autonomi, non in linea con quelle proposte dagli altri. Anche la crescita del bambino all’interno di questo tipo di famiglia risulta estremamente compromessa.
  • Le famiglie intermedie: sono quelle che nonostante abbiano un alto grado di disfunzionalità rispetto a coesione adattamento, sono in grado di bilanciare il disequilibrio grazia di una buona flessibilità.
 Come precedentemente affermato, nel corso della loro esistenza, le famiglie possono attraversare momenti di difficoltà, che mettono a dura prova la loro stabilità e coesione. In tal caso a supportare la condizione della famiglia vi è la psicoterapia familiare, la quale prevede un incontro tra uno o più psicoterapeuti e l’intera famiglia: essendo infatti quest’ultima composta da più membri necessita della presenza di più specialisti. Ogni comportamento individuale viene dunque interpretato come una funzione della relazione tra i componenti del nucleo familiare. Trattandosi infatti di un sistema interattivo, si stabilisce costantemente una relazione tra le parti: il sintomo non è soltanto sinonimo di un disagio individuale, bensì va interpretato come espressione di un’organizzazione disfunzionale all’interno del sistema familiare intero. La scuola di psicoterapia di Palo Alto, in California, propone la terapia del doppio legame inventata dallo psicoterapeuta Gregory Bateson. All’interno del concetto di doppio legame vi è un’interazione tra due interlocutori, all’interno della quale uno dei due è esposto a messaggi contraddittori da parte dell’altro. Questo genera una compromissione dell’equilibrio della persona che non saprà più come comportarsi. La teoria del doppio legame trova esempio anche e soprattutto all’interno di una relazione intensa, come può essere per esempio quella tra madre e figlio, generando così instabilità e disfunzioni all’interno dell’intero sistema familiare. 

PSICOLOGIA: la famiglia


Ad oggi esistono diverse forme di organizzazione e strutturazione dei gruppi familiari, ognuna delle quali dipende dal contesto geografico, culturale, sociale in cui la famiglia si forma. Inoltre all’interno di uno stesso contesto geografico e culturale possono coesistere diverse forme di famiglia. Con il termine famiglia si intendono tutti quei gruppi che soddisfano la maggior parte dei propri bisogni collettivi senza contemporaneamente impedire ad un ognuno di perseguire i propri scopi individuali. La famiglia consta quindi di una dimensione collettiva in termini di bisogni e obiettivi e al tempo stesso di una dimensione individuale, che possa quindi tenere conto di scopi ed esigenze dei singoli, da perseguire in autonomia.
Conseguentemente al calo demografico avvenuto negli ultimi cinquant’anni, congiunto a molte altre trasformazioni che hanno investito la popolazione mondiale, è stato possibile denotare la presenza di numerosi cambiamenti anche all’interno della fisionomia familiare. Per quanto riguarda l’occidente in passato la tipologia familiare più diffusa era quella della famiglia patriarcale, composta da più nuclei che convivevano all’interno della stessa abitazione: si trattava dunque di una struttura allargata e gerarchica, all’apice della quale vi era il padre di famiglia.  A causa dei vari mutamenti economici, demografici, culturali e sociali avvenuti nel corso degli ultimi anni, la famiglia patriarcale si è trasformata nella più moderna famiglia mononucleare, composta cioè da due genitori e i propri figli (generalmente figlio unico o massimo di due figli). Si sono inoltre moltiplicate le realtà composte da coppie divorziate, convivenze senza matrimonio o coppie senza figli o con figli provenienti da matrimoni precedenti. Sempre più frequenti sono infatti i casi di famiglie ricostruite o ricomposte, formate quindi da due adulti provenienti da legami antecedenti: i nuovi partner non sostituiscono i genitori biologici degli eventuali figli, bensì vi si aggiungono.