Il punto di partenza dell’Emilio è la convinzione che induceva Rousseau a distinguere nettamente l’uomo naturale dell’uomo civile. Infatti mentre il primo usciva dalle mani del Creatore ed era per questo “buono“, il secondo, invece, risentiva della negativa influenza sociale.
L’obiettivo dell’opera era dunque quello di dimostrare la necessità di abbandonare le modalità educative tradizionali, al fine di raggiungere una pedagogia rispettosa degli interessi dell’abilità del bambino, in grado quindi di valorizzarne le risorse ascoltarne i bisogni. Fondamentale risulta quindi il compito dei genitori e dei precettori i quali devono fornire un orientamento coerente ai tre differenti tipi di educazione:l’educazione della natura, ovvero lo sviluppo del corpo, l’educazione delle cose, ossia l’esperienza e infine l’educazione degli uomini, cioè la cultura. Al fine di garantire il benessere del bambino, educandolo e istruendolo, nel migliore dei modi, concentrandosi specialmente sulla pratica in quanto “l’esperienza viene prima delle lezioni”, risultava più semplice secondo Rousseau immaginare di educare Emilio in campagna al fine di conservarne a lungo l’ingenuità e l’integrità.
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