La psicologia sociale ha come oggetto di studio l'indagine dei comportamenti degli individui nelle loro interazioni con gli altri e l'influenza esercitata dai gruppi sociali, dalle istituzioni e dalle culture sulla singola persona. La psicologia sociale si diffuse a partire dagli Stati Uniti dove venne considerata come una scienza dell'individuo nella società. Iniziò a diffondersi in territorio europeo solo successivamente, per la volontà di ricerca in merito ai gruppi e all'influenza sociale, nata a partire dalla presenza della dittatura fascista in Italia, nazista in Germania e Austria e dei regimi autoritari dei Paesi dell'Est.
Tra i primi studi di psicologia collettiva troviamo gli studi sulla psicologia delle folle: la prima opera a trattare tale tematica è la "Psicologia delle folle" , pubblicata nel 1895 da Gustave Le Bon, studioso francese. All'interno di essa vi è lo studio dei comportamenti tipici delle folle, le loro caratteristiche principali e le tecniche di controllo su esse applicabili. La folla è descritta come influenzabile e acritica: l'individuo inserito nella folla perde gran parte delle sue capacità razionali e assume atteggiamenti più istintivi. Egli è peraltro profondamente suggestionato, ogni sua azione o sentimento si diffonde per contagio a tutti i componenti della folla, dunque l'interesse collettivo sostituisce l'interesse personale. Le problematiche da tale meccanismo causate sono svariate e se non controllate possono diventare alquanto pericolose: l'uomo abbassa le proprie facoltà razionali abbandonandosi ai propri istinti, rischiando atteggiamenti feroci, violenti e incontrollabili. Diventa dunque strettamente necessaria la presenza di un capo che possa guidare la folla e mantenerla ordinata.
Tali principi delineati da Le Bon vennero successivamente ripresi da Freud nell'opera "Psicologia delle masse e analisi dell'io", gettando i fondamenti delle motivazioni che inducono il cambio di comportamento dell'uomo quando si trova a far parte di una folla. Secondo Freud la prima procedura da realizzare riguarda lo studio attento dei comportamenti del singolo, infatti è necessario cogliere i meccanismi inconsci alla base del comportamento individuale all'interno di una folla. In essa la personalità del singolo si annulla totalmente, lasciando il posto alla personalità di massa, la quale, garantendo l'anonimato, conferisce all'individuo un senso di potenza.
Essenziale nella psicologia sociale è inoltre la distinzione tra massa e folla: la prima è intesa come collettività che condivide quindi un omogeneità di mentalità e opinioni, la seconda è invece intesa come un vasto insieme di persone radunate in uno stesso luogo. In tale agglomerato può verificarsi inoltre la presenza di emozioni e finalità condivise tra i membri, è a questo punto che l'individuo perde la sua identità individuale e assume l'identità della folla.
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