La teoria psicoanalitica è identificabile come un modello complesso che indica un procedimento per l'indagine di processi mentali, un metodo per la cura delle nevrosi oltre che una disciplina scientifica. Tramite la psicoanalisi si ha dunque una concezione antropologica dell'uomo che permette quindi di studiare attentamente l'Io, la sua origine, il rapporto con gli altri individui, con la società e con la cultura. Secondo Freud lo sviluppo dell'uomo è dato da pulsioni, ossia degli elementi inconsci che vanno ad influenzare il soggetto sotto numerosi aspetti, tra cui comportamenti, pensieri e sentimenti. Sostanzialmente, dietro ad atteggiamenti razionali, esistono in realtà fattori a noi sconosciuti che esercitano la loro influenza. Tali fattori sono riuniti sotto il nome di "inconscio", una forza impersonale che si forma durante l'infanzia e di cui traspaiono solo alcuni frammenti in alcuni momenti.
Freud suddivide inoltre la vita psichica in due processi: processo primario e processo secondario.
Il primo riguarda l'attività dell'inconscio, che tende al soddisfacimento immediato dei bisogni e degli istinti primari. Il secondo è invece identificabile come il processo durante il quale l'Io si adatta alla realtà riuscendo rinunciare al bisogno di appagare i propri istinti in maniera immediata. Nel caso del bambino, infatti, egli, con il passare del tempo, diventa sempre più capace di controllare il proprio bisogno di soddisfare il principio di piacere e si avvicina dunque sempre maggiormente al principio di realtà.
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