All’interno di una società il disordine deriva dal conflitto: se infatti l’ordine sociale dovrebbe portare benessere ad ogni individuo, alcune norme possono essere in realtà motivo di malessere.
Ogni società presenta infatti più di un sistema di norme, che possono entrare in conflitto tra loro. Il conflitto risulta dunque essere un elemento ineliminabile di ogni società. Esso nasce dall’incompatibilità degli obiettivi perseguiti dai vari soggetti sociali, siano essi individui o gruppi. Esso è una forma di interazione sociale che si caratterizza per una forte divergenza di scopi: ognuno mira alla realizzazione del proprio scopo e all’impedimento dello scopo altrui.
Oltre la divergenza di obiettivi sono necessarie altre due condizioni affinché un conflitto abbia luogo: la scarsità e la maldistribuzione delle risorse sociali e l’incertezza delle norme sociali.
Per quanto riguarda la prima condizione, è necessario ricordare come molti conflitti sorgono in situazioni di disuguaglianza sociale: ossia nel momento in cui la distribuzione differenziata delle risorse sociali viene vissuta come ingiusta da una parte della popolazione.
Nel secondo caso si parla invece di incertezza normativa, una situazione che si verifica nel momento in cui i vari codici e le varie norme presenti all’interno della società entrano in conflitto tra loro.
Il valore del conflitto diventa particolarmente importante nel momento in cui esso si verifica tra due gruppi sociali, in tal caso può infatti trasformarsi in un fattore di instabilità dell’ordine sociale. Esso acquista un carattere particolarmente significativo nel momento in cui a contrapporsi sono le classi protagonista della società, dando origine a quella che Marx chiamava lotta di classe, un fenomeno tipico di tutte le società occidentali nel XIX il XX secolo. All’interno della lotta di classe le due classi alla base della società, ossia la borghesia e il proletariato, nucleo della stratificazione sociale, essendo portatrici di due visioni opposte di società e di ordine sociale entrano in conflitto. La borghesia, essendo la classe proprietario dei mezzi di produzione e in quanto classe dominante, difende l’ordine sociale esistente, pur essendo esso caratterizzato da una forte disuguaglianza tra le classi. D’altra parte la classe dei lavoratori, ossia il proletariato, lotta per l’istituzione di un nuovo ordine sociale in cui vengono modificati i rapporti tra le classi e vengono rovesciati i rapporti di produzione tipici del capitalismo. Quello della lotta di classe risulta essere un perfetto esempio di conflitto controproducente. Diversamente il conflitto può spesso avere anche effetti utili o benefici, esso può infatti può favorire la coesione interna del gruppo, aumentando la solidarietà di tutti.
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