martedì 9 giugno 2020

PSICOLOGIA: evoluzione e sviluppo della famiglia

Proprio all’interno della famiglia si modellano l’identità e lo sviluppo del bambino durante i primi anni di vita. Lo stesso processo di crescita dei bambini espone spesso la famiglia e i suoi componenti a diversi momenti critici. Tali momenti sono detti normativi poiché ritenuti fisiologici per lo sviluppo stesso, esiste però un’altra serie di eventi, chiamati paranormativi, i quali segnano l’evoluzione della famiglia con imprevisti, quali decessi, divorzi, malattie, ecc…Il gruppo familiare si trova dunque di fronte ad un processo di evoluzione, necessario a far fronte a tali situazioni di disequilibrio. Proprio da tale processo di evoluzione si possono determinare due fondamentali variabili della famiglia: il grado di coesione familiare e il grado di adattamento alle situazioni interne ed esterne alla famiglia. Sulla base di tali variabili si possono delineare diverse tipologie di famiglia: 
  • Le famiglie bilanciate: constano di un valore intermedio per quanto riguarda le due variabili di coesione e adattamento; riescono infatti a mantenere una buona coesione interna e contemporaneamente ad assicurare ad ogni membro un certo grado di indipendenza personale;
  • Le famiglie poco organizzate: hanno una forte tendenza alla disgregazione, infatti non riescono a fornire sicurezza e appoggio e presentano strutture particolarmente rigide, con un organizzazione difficile da modificare; Il livello di comunicazione è generalmente molto basso in quanto non vi sono forti relazioni interpersonali. I legami affettivi sono precari e in caso di eventuali situazioni di difficoltà ogni membro ricorre a soluzioni autonomi, non in linea con quelle proposte dagli altri. Anche la crescita del bambino all’interno di questo tipo di famiglia risulta estremamente compromessa.
  • Le famiglie intermedie: sono quelle che nonostante abbiano un alto grado di disfunzionalità rispetto a coesione adattamento, sono in grado di bilanciare il disequilibrio grazia di una buona flessibilità.
 Come precedentemente affermato, nel corso della loro esistenza, le famiglie possono attraversare momenti di difficoltà, che mettono a dura prova la loro stabilità e coesione. In tal caso a supportare la condizione della famiglia vi è la psicoterapia familiare, la quale prevede un incontro tra uno o più psicoterapeuti e l’intera famiglia: essendo infatti quest’ultima composta da più membri necessita della presenza di più specialisti. Ogni comportamento individuale viene dunque interpretato come una funzione della relazione tra i componenti del nucleo familiare. Trattandosi infatti di un sistema interattivo, si stabilisce costantemente una relazione tra le parti: il sintomo non è soltanto sinonimo di un disagio individuale, bensì va interpretato come espressione di un’organizzazione disfunzionale all’interno del sistema familiare intero. La scuola di psicoterapia di Palo Alto, in California, propone la terapia del doppio legame inventata dallo psicoterapeuta Gregory Bateson. All’interno del concetto di doppio legame vi è un’interazione tra due interlocutori, all’interno della quale uno dei due è esposto a messaggi contraddittori da parte dell’altro. Questo genera una compromissione dell’equilibrio della persona che non saprà più come comportarsi. La teoria del doppio legame trova esempio anche e soprattutto all’interno di una relazione intensa, come può essere per esempio quella tra madre e figlio, generando così instabilità e disfunzioni all’interno dell’intero sistema familiare. 

PSICOLOGIA: la famiglia


Ad oggi esistono diverse forme di organizzazione e strutturazione dei gruppi familiari, ognuna delle quali dipende dal contesto geografico, culturale, sociale in cui la famiglia si forma. Inoltre all’interno di uno stesso contesto geografico e culturale possono coesistere diverse forme di famiglia. Con il termine famiglia si intendono tutti quei gruppi che soddisfano la maggior parte dei propri bisogni collettivi senza contemporaneamente impedire ad un ognuno di perseguire i propri scopi individuali. La famiglia consta quindi di una dimensione collettiva in termini di bisogni e obiettivi e al tempo stesso di una dimensione individuale, che possa quindi tenere conto di scopi ed esigenze dei singoli, da perseguire in autonomia.
Conseguentemente al calo demografico avvenuto negli ultimi cinquant’anni, congiunto a molte altre trasformazioni che hanno investito la popolazione mondiale, è stato possibile denotare la presenza di numerosi cambiamenti anche all’interno della fisionomia familiare. Per quanto riguarda l’occidente in passato la tipologia familiare più diffusa era quella della famiglia patriarcale, composta da più nuclei che convivevano all’interno della stessa abitazione: si trattava dunque di una struttura allargata e gerarchica, all’apice della quale vi era il padre di famiglia.  A causa dei vari mutamenti economici, demografici, culturali e sociali avvenuti nel corso degli ultimi anni, la famiglia patriarcale si è trasformata nella più moderna famiglia mononucleare, composta cioè da due genitori e i propri figli (generalmente figlio unico o massimo di due figli). Si sono inoltre moltiplicate le realtà composte da coppie divorziate, convivenze senza matrimonio o coppie senza figli o con figli provenienti da matrimoni precedenti. Sempre più frequenti sono infatti i casi di famiglie ricostruite o ricomposte, formate quindi da due adulti provenienti da legami antecedenti: i nuovi partner non sostituiscono i genitori biologici degli eventuali figli, bensì vi si aggiungono. 

lunedì 11 maggio 2020

PSICOLOGIA: pag. 205 domande

  1. Il processo di deindividualizzazione messo in luce dell’esperimento di Zimbardo, favorito come il fatto di indossare una divisa, di non essere chiamati per nome, di essere riconosciuti unicamente per il ruolo rivestito, dimostra come la consapevolezza del sé vada a diminuire, così come il senso di responsabilità, portando a un sopravvento dei centri emozionali nel cervello, i quali lasciano il controllo a impulsi libidici e aggressivi. Tali impulsi si traducono nel processo di deumanizzazione, corrispondente alla mancata considerazione di una certa categoria di soggetti come appartenenti alla sfera umana. Nei loro confronti viene perpetrata qualsiasi tipo di violenza, in quanto ritenuti non meritevoli degli stessi diritti degli esseri umani. La conseguenza della deumanizzazione è la campagna denigratoria, l’esclusione morale e, nei casi più drastici lo sterminio di una certa popolazione. 
  2. Secondo il sociologo Baumann, la Shoah non è la conseguenza di comportamenti psicopatologici da parte di un gruppo di individui, viene bensì interpretata sotto un diverso punto di vista, concentrandosi maggiormente su aspetti come la struttura e l’organizzazione della società del tempo e i meccanismi di interazione e  di influenza sociale funzionali al raggiungimento di essa stessa. Gli elementi che Baumann prende in considerazione sono principalmente l’esclusione morale, avvenuta mediante la denigrazione e l’esclusione della società, la deumanizzazione, la degradazione. Egli si concentra inoltre su come molti soggetti abbiano giustificato le loro azioni sostenendo di aver semplicemente obbedito a degli ordini, tramite un processo di deresponsabilizzazione individuale. 
  3. Nell’analisi sull’autoritarismo di Reich, egli evidenzia come un evento come la Shoah sia stato possibile attraverso la costruzione di una struttura caratteriale predisposta all’obbedienza, alla sottomissione e alla rinuncia alla critica. In tali termini l’educazione gioca quindi un ruolo di estrema importanza: è proprio alla famiglia che spetta la prima impronta educativa. Fattori come la repressione sessuale o la repressione sociale contribuiscono alla creazione di individui passivi, sottomessi e acritici, più facili dunque da assoggettare ad un sistema come quello della seconda guerra mondiale. Secondo Fromm invece, alla base del consenso al totalitarismo, vi è il carattere autoritario, ossia una formazione psicologica che si caratterizza per componenti sadomasochistiche. Le tendenze masochistiche si manifestano attraverso comportamenti di impotenza e sottomissione a terzi, mentre quelle sadiche si esprimono mediante tre tipi di atteggiamenti: la volontà di rendere gli altri dipendenti da noi, la volontà di sfruttare dominare gli altri, il desiderio di vedere gli altri soffrire. 
  4. Il concetto di “nuda vita“ nella teoria sull’esercizio del potere di Agamben, si riferisce a tutti i soggetti singoli, totalmente esclusi dalla comunità, sui quali veniva esercitato il controllo totale, fino alla decisione di vita o di morte. Gli individui venivano deprivati di ogni dimensione dell’essere, di qualsiasi diritto politico ed erano effettivamente possessori soltanto della propria vita.

lunedì 4 maggio 2020

PSICOLOGIA: pagina 199 domande

  1. Gli esperimenti svolti dallo psicologo statunitense Solomon Asch inerenti al conformismo, ossia la tendenza dell’essere umano di uniformarsi all’opinione di un gruppo, dimostrano come l’influenza sociale abbia un ruolo di estrema importanza: gli esperimenti svolti da Asch su campioni di otto partecipanti, dimostrano come le persone siano estremamente sensibile alle influenze sociali, infatti esse possono addirittura portarci a dubitare della realtà vista e percepita, se le altre persone intorno a noi sostengono opinioni diverse. 
  2. I fattori principali che incidono sul grado di conformità di un gruppo sono i seguenti: La dimensione del gruppo: il massimo della conformità è raggiunto nel momento in cui un gruppo è composto da almeno tre persone; L’interazione futura: la conformità sarà maggiore quanto più il soggetto riterrà che i rapporti con il gruppo avranno effetti sul suo futuro; L’ambiguità dello stimolo: nel momento in cui ci si trova di fronte ad un giudizio ambiguo, la tendenza al conformismo aumenterà; La trazione verso il gruppo: se un individuo desidera fortemente entrare a far parte di un gruppo tenderà ad uniformarsi ad esso e alle opinioni proposte dai membri; 
  3. Il conformismo risulta incentivato da numerosi fattori, per esempio il rinforzo: se le risposte sono premiate, si andrà a verificare una tendenza da parte dei singoli ad assecondare la maggioranza. Un altro fattore è lo status sociale, infatti ciò che traspare dagli studi è che le persone appartenenti ad uno status medio mostrano una più alta tendenza al conformismo.Pur di non correre il rischio di essere esclusi dal gruppo essi mettono da parte le proprie idee, seppur giuste. Chi fa parte invece di status sociale basso, può permettersi una maggiore libertà, infine chi fa parte di uno status alto presente la consapevolezza di poter professare qualsiasi tipo di opinione. Il conformismo è inoltre fortemente legato all’autostima e l’autoefficacia, ossia la capacità di organizzare le proprie azioni al fine di raggiungere gli scopi desiderati.
  4. Dall’esperimento condotto da Milgram riguardo all’obbedienza all’autorità, traspaiono diversi meccanismi di adattamento. Il soggetto si concentra sugli aspetti tecnici dell’attività, cercando di svolgere al meglio il compito a lui affidato, senza tenere in considerazione le conseguenze delle proprie azioni. La responsabilità viene delegata a terzi, attribuita dunque all’autorità. All’Esperimento vengono inoltre attribuite qualità impersonali, i soggetti obbediscono ad una sorta di imperativo, che trascende la loro volontà. Molti manifestano dubbi o dissensi ma non traducono in azione queste loro opinioni.

lunedì 27 aprile 2020

PSICOLOGIA: pag. 193 verifica

1
  1. Oggi gli psicologi sostengono che, per denominare “famiglia” è un gruppo di individui, questo deve poter garantire coesione interna tra i membri e nel contempo autonomia di ciascun membro.
  2. Durante lo sviluppo di una famiglia, i momenti critici sono definibili come normativi (fisiologici, ossia tappe dello sviluppo stesso) e paranormativi (imprevedibili, con i decessi, malattie, ecc.).
2
Matrimonio: rappresenta un contratto sociale attraverso cui una coppia diventa visibile a tutela i propri diritti e doveri.
Unione civile: comporta il riconoscimento giuridico della coppia, con lo stabilimento dei corrispettivi diritti e doveri, senza l’inclusione dell’aspetto religioso. 
Teoria del doppio legame: teoria riguardante un tipo di interazione in cui uno dei due interlocutori viene esposto a messaggi contraddittori da parte dell’altro, con la conseguenza della compromissione dell’equilibrio.

  • Nel corso degli ultimi secoli l’entità della famiglia è stata soggetta ad enormi modificazioni, in particolare conseguenti al miglioramento delle condizioni sociali ed economiche e dei diritti di cui godono i cittadini. Se in passato il tipo di famiglia più diffusa era quella patriarcale, composto da più nuclei che convivevano nella stessa abitazione e si trattava dunque di una grande struttura allargata, con persone appartenenti a diverse fasce d’età, ad oggi la situazione è enormemente cambiata. La composizione e il ruolo della famiglia si sono infatti dovuti adattare alla nuova struttura della società odierna: la famiglia oggi non prevede alcun tipo di gerarchia piramidale, come poteva accadeva precedentemente, in cui infatti a prendere le decisioni era unicamente il capostipite. Oggi le famiglie sono prettamente mononucleari, composte dunque da non più di tre unità, il numero dei componenti è quindi drasticamente sceso rispetto al secolo scorso. Numerosissime sono inoltre le realtà composte da coppie divorziate o separate, convivenze prive di vincoli matrimoniali, coppie senza figli o con figli provenienti da matrimoni precedenti, figli in affido o adottati. Sempre più diffusa è quindi la famiglia ricomposta, formata da due adulti, entrambi provenienti da legami antecedenti e spesso con i figli nati dalle precedenti relazioni. I genitori acquisiti assumono un ruolo fondamentale nella vita dei figli, siano essi i loro quelli del compagno, è importante che tutti si sentano “uguali”, e che ottengano quindi le medesime  attenzioni. Sempre più frequenti sono inoltre i casi di famiglie miste, ossia composta da genitori appartenenti a etnie  diverse. Tali famiglie sono espressione di come la società sia profondamente cambiata negli ultimi anni anche conseguentemente alle numerose migrazioni, esse sono peraltro il simbolo di come all’interno di una società possano integrarsi e convivere serenamente diverse culture. 

domenica 26 aprile 2020

PSICOLOGIA: pag. 193 domande

  1. Spesso un bambino il quale è stato vittima di pedofilia, si sente in dovere di mantenere il segreto, unitamente a minacce e ricatti, oltre alla distorsione del rapporto, infatti l’adulto tenderà a mascherare l’abuso come atto di affetto.
  2. 3. Le situazioni di violenza psicologica più ricorrenti all’interno di un gruppo familiare sono principalmente legate all’indifferenza: si tratta di una forma di coercizione familiare subdola. Come esempio è possibile citare l’insufficiente nutrimento o le situazioni di isolamento in ambienti insalubri.  Le situazioni di maltrattamento psicologico sono più difficili da individuare, le loro conseguenze emergono infatti principalmente nel lungo periodo e si traducono in ritardi dello sviluppo, difficoltà all’inserimento scolastico, aggressività o depressione.
  3. Le tesi fondamentali su cui si basa la psicologia familiare sono le seguenti: la famiglia intesa come sistema interattivo; il fatto che ogni comportamento individuale venga interpretato come in relazione ai componenti del nucleo familiare; l’espressione di un’organizzazione disfunzionale del sistema di famiglia nella sua totalità con i sintomi di un individuo, sia esso un adulto un bambino, esprimono il dissenso anche di tutti gli altri individui facenti parte del sistema.
  4. Il doppio legame è un tipo di interazione in cui uno dei due interlocutori è sottoposto a messaggi contraddittori da parte dell’altro, viene dunque compromesso l’equilibrio della persona. Gli elementi che si possono individuare all’interno del doppio legame sono i seguenti: la presenza di due o più persone coinvolte in una relazione intensa; l’asserzione di un messaggio in cui un primo elemento esclude il seguente e viceversa; l’incomprensione da parte del ricettore, il quale si trova di fronte a messaggi contraddittori e in qualsiasi modo si comportasse andrebbe a porsi contro una parte del messaggio, con conseguenti sensi di colpa 

PSICOLOGIA: pag. 188 domande

  1. Il concetto di matrimonio è estremamente cambiato nel corso dell’ultimo secolo, in parte dovutamente all’emancipazione sociale femminile, oltre alla volontà di autonomia e realizzazione personale da parte di entrambi sessi. Varie sono le motivazioni che possono portare il matrimonio al fallimento: una su tutte è sicuramente l’esperienza genitoriale, educare un figlio rappresenta infatti una tra le esperienze più difficili. 
  2. Il mediatore familiare è una terza persona, competente e neutrale in grado di aiutare le famiglie ad affrontare una separazione, prevenendo al massimo conflitti e risentimenti. Diverse sono le forme di sostegno su cui può contare la famiglia, in particolare le reti sociali, ovvero i gruppi di persone che forniscono aiuto psicologico, consigli e collaborazioni attive agli individui. 
  3. Secondo la teoria costruttivista, il conflitto riveste una funzione fondamentale per lo sviluppo individuale, infatti innesca processi cognitivi ed evolutivi. Anche nella famiglia esso deve essere visto come un elemento fisiologico, che si verifica nel momento in cui vi è un’interazione tra i diversi membri, nonostante questi ultimi presentino esigenze e obiettivi differenti. I conflitti non vanno dunque evitati ma affrontati e risolti.
  4. Le variabili che vengono prese in considerazione per classificare i diversi tipi di famiglie sono principalmente due, il grado di coesione familiare e il grado di adattamento alle situazioni e alle vicende interne ed esterne alla famiglia.
  5. La coesione è una delle caratteristiche più importanti delle quali una famiglia deve constare. Vi sono famiglie con minima coesione familiare e altre con massima coesione: nel primo caso i legami affettivi tra gli individui saranno precari, nei momenti di difficoltà i componenti tenderanno a ricorrere a soluzioni autonome, non in linea con quelle perseguite dagli altri. Le famiglie di questo tipo presentano tendenze disgregatrici, i bambini non posseggono un’adeguata protezione: viene loro concessa un enorme autonomia, in realtà frutto di un legame insufficiente. Per quanto riguarda invece le famiglie con massima coesione, esse costruiscono la propria identità sulla scarsa differenziazione personale: gli adulti non stabiliscono i confini necessari per la crescita dei loro figli. Vi è infine l’incapacità di vivere l’altro come entità separata, oltre ad una bassa comunicazione. 

PSICOLOGIA: pag. 182 domande

  1. Il susseguirsi di varie tappe evolutive, che riguardano il processo di crescita dei bambini facenti parte di un nucleo familiare, espone la famiglia a diversi momenti critici. Tali momenti vengono detti normativi, sono infatti necessari allo sviluppo stesso della famiglia. Parallelamente vi sono però anche dei momenti detti paranormativi, imprevisti, decessi, malattie, divorzi, eventi che segnalo l’evoluzione di una famiglia.
  2. Secondo il modello classico, le tappe principali del tipo della famiglia sono le seguenti: la costruzione da parte di due persone di un’identità di coppia, correlata ad una convivenza o ad un matrimonio, la nascita dei figli, l’infanzia e l’adolescenza dei figli, l’invecchiamento dei genitori, ormai divenuti nonni, infine la necessità di sostenere questi ultimi fino alla morte. Ad oggi la situazione è però cambiata, in quanto vi sono donne che partoriscono il loro primo figlio in età avanzata e si trovano quindi a dover contemporaneamente accudire gli anziani genitori. Inoltre eventi come separazioni e divorzi e sono sempre più frequenti e la ricomposizione di una nuova famiglia può portare ad un ritorno a fasi precedenti, per esempio la nascita di un altro figlio.
  3. Il concetto di matrimonio è nel corso degli anni cambiato in maniera esponenziale: innanzitutto essa non rappresenta più un’ “alleanza tra famiglie“, ma è diventato un’ “impresa personale“, che riguarda dunque esclusivamente i due membri della coppia e la loro relazione. Se inoltre nel secolo scorso il matrimonio garantiva cure e assistenza ai membri della famiglia, ed era dunque diretto a provvedere alle cure dei membri più deboli o a fini economici, oggi esso è principalmente legato ad un’unione sentimentale. 
  4. Con l’arrivo del primo figlio, l’equilibrio di una coppia subisce diverse modificazioni, dovendo infatti adattarsi ai bisogni del bambino. In alcuni casi i genitori si dimostrano incapaci di sostenere il peso della nuova responsabilità e possono insorgere depressioni o allontanamenti. 

PSICOLOGIA: pag. 179 domande

  1. La famiglia nucleare ha smesso di essere l’unico modello di famiglia possibile nel momento in cui gli studiosi hanno iniziato a prendere in considerazione anche il contesto geografico, culturale, sociale, sottolineando come la famiglia siano enti variabili. In una stessa società possiamo inoltre trovare diverse tipologie di famiglia.
  2. Dimensione individuale e dimensione collettiva coesistono all’interno del gruppo familiare poiché ogni soggetto deve contribuire alla famiglia e ai suoi bisogni ed obiettivi e allo stesso tempo deve perseguire i propri scopi e le proprie esigenze. A tal proposito si può parlare di coesione e autonomia.
  3. La famiglia patriarcale risulta essere particolarmente diversa dalla famiglia mononucleare in quanto, nella prima convivevano più nuclei e si poteva parlare dunque di una struttura allargata, con soggetti di ogni età. All’apice vi era il capostipite che aveva potere su tutti gli altri soggetti, questo per una sorta di gerarchia interna. Per quanto riguarda invece le famiglie mononucleari queste sono generalmente molto più piccole, composta al massimo da tre unità.

martedì 21 aprile 2020

SOCIOLOGIA: Istituzioni completa e austere

Individuare e comprendere 
  1. La prigione è un’istituzione nata da un modello di apparato correttivo che ha preceduto la legge.
  2. La prigione è un castigo egualitario perché riguarda la libertà, posseduta da tutti nella stessa quantità.
  3. Lo scopo della prigione è correggere gli individui.

Analizzare e interpretare 
  1. Secondo Foucault la prigione è correlata all’economia in quanto monetizza una penalità in castighi di giorni, mesi o anni. Inoltre per rendere al meglio il parallelismo egli parla di “pagare il proprio debito” intendendo la reclusione come punizione al crimine compiuto e utilizzando un termine generalmente riconducibile all’ambito economico. 
  2. La prigione per gli uomini appare come un castigo “evidente” e “naturale” in quanto preleva il tempo del condannato, risultando naturale, come è naturale nella nostra società l’utilizzo del tempo per misurare gli scambi.

Riflettere e valutare 
  1. Scuola e prigione possono essere sotto un certo punto di vista paragonate: entrambe constano infatti della presenza di regole disciplinari ferree e imposizioni di controllo da terzi a cui gli allievi da un lato e i prigionieri dall’altro sono costantemente sottoposti. Anche gli obiettivi delle due istituzioni possono risultare vicini, se da un lato infatti la detenzione ha come obiettivo quello di punire l’individuo per il crimine commesso, correggerlo al fine di rieducarlo e reinserirla nella società, la scuola ha il compito di educare ed istruire l’allievo al fine di consentirgli un ingresso nella società migliore possibile in base alle sue capacità. In termini di tempo inoltre, si potrebbe aggiungere come entrambe richiedano un dispendio di quest’ultimo costante e assiduo, ma se nel caso della prigione questo viene “sprecato”, nel caso della scuola questo viene invece “impiegato” in tutto e per tutto. Per quanto le due istituzioni risultino quindi comuni in vari ambiti, rimangono chiaramente divergenti in molti altri, per esempio dal punto di vista della stessa esperienza vissuta o del totalmente differente contributo a livello sentimentale ed emotivo che esse apportano al soggetto. 

SOCIOLOGIA: Dalla devianza individuale alla devianza organizzata pagina 233

Individuare e comprendere 
1.Il significato implicito della parola “criminale” si differenzia dalla sua definizione quando designa tutti gli aspetti di una persona, non solo quello che si è manifestato effettivamente “criminale”.
  1. Un individuo deviante in qualche suo aspetto lo diventerà facilmente in tutti gli altri perché le etichette degli altri lo emarginano e gli impediscono comportamenti non devianti.
  2. Qual è il naturale esito della vita di un individuo etichettato come deviante?Entrare a far parte di un gruppo deviante organizzato.
Analizzare e interpretare
  1. Una profezia che si autoavvera è un determinato evento, frutto di una previsione che si realizza per il solo fatto di essere stato espresso. In molti casi questo si verifica per la grande ascendenza che il pensiero nostro e altrui ha sulle nostre azioni e i nostri comportamenti.
  2. Generalmente un soggetto si conforma all’immagine che gli altri hanno di lui per accondiscendere all’idea che si sono fatti, al fine di essere accettati e sentirsi parte di un gruppo. Spesso alla base vi è una fragilità, disistima e incapacità di mettersi in gioco. 

Riflettere e valutare 
  1. Nel corso della mia vita mi è spesso capitato di essere “ etichettata” seppur con accezione positiva: sono stata considerata frequentemente, specialmente all’interno di un gruppo classe e soprattutto da più piccola come una persona e studentessa diligente e responsabile; se inizialmente la situazione non era propriamente questa, dal momento che il mio impegno e il mio rendimento era nella maggior parte dei casi correlato ad un “dovere”, è stata proprio quest’etichetta attribuitami da terzi che mi ha spinto ad impegnarmi sempre più per me stessa e la mia crescita personale. In tal caso la mia “etichetta”, corrispondente al modo in cui venivo vista degli altri, mi ha permesso di migliorarmi; parallelamente però, se negativa, quest’ultima può sensibilmente peggiorare la condotta di un individuo già in parte deviante.

SOCIOLOGIA: Gli stati dell’istituzionalizzazione del potere pagina 229

Individuare e comprendere 
  1. Il processo di istituzionalizzazione fa si che il potere non coincida più con una singola persona ma con una funzione sociale.
  2. Nello stadio standardizzante, l’esercizio del potere è più efficiente perché  è legato a situazioni codificate che rendono i comportamenti prevedibili.
  3. Lo stadio posizionale del potere si differenzia da quello standardizzante perché rende il potere trasferibile indipendente da chi lo esercita.

Analizzare e interpretare
  1. L’istituzionalizzazione del potere e la tendenza di formalizzazione integrazione risulta una limitazione del carattere arbitrario della società, in quanto in una situazione in cui le regole sono assenti, nessun comportamento può essere considerato arbitrario, in quanto appunto l’arbitrio consiste nella violazione di una regola.
  2. I potenti, a discapito dell’importanza della loro persona, desiderano rendere il loro potere posizionale in quanto, ciò permette loro di designare un successore, mediante la delega di decisioni e diritti di rappresentanza. Tale volontà coincide con il desiderio di lasciare in eredità il potere e di conseguenza di perpetuare il proprio.

Riflettere e valutare
  1. Due esempi che illustrano come una “sottomissione qui e ora” possa diventare una “sottomissione sempre-nel-casa-che”, possono essere il pagamento alla cassa di un negozio o l’ingresso ad un determinato evento solo successivamente alla presentazione di un biglietto. 

SOCIOLOGIA: verifica a pagina 227

1
1.La moda è un comportamento collettivo.
2. Quali sono le due cause più frequenti dei conflitti, oltre le divergenze di obiettivi?
Norme ambigue difficoltà comunicative.
3. Il termine “devianza”, utilizzato in sociologia significa devianza dalla norma condivisa e non è un valore assoluto.
4. Un individuo “stigmatizzato” è un individuo che agli occhi della società potrebbe “deviare” in ogni momento.
5. Il controllo sociale formale è costituito da istituzioni quali polizia, tribunali, carceri.

2
Comportamento collettivo: si verifica nel momento in cui un insieme di individui agisce e ha degli effetti sulla società senza fare affidamento su un sistema codificato di ruoli e posizioni, ossia quando l’azione si verifica in un contesto destrutturato.

Carriera deviante: Una carriera deviante consiste in uno Stile di vita improntato a continue devianze rispetto alle enorme proposte dalla società.

Stigmatizzazione: Avviene nel momento in cui un trasgressore di norme non è più considerato come un soggetto che ha commesso un crimine, bensì diventa un vero e proprio criminale.